I luoghi e i simboli

June 19, 2012 § 3 Comments

Quando arrivai a Berlino, il muro era stato abbattuto da diversi anni e si vedeva in giro molta voglia di cancellarne anche il ricordo. A Potsdammer Platz stava venendo su il grattacielo della Sony, e Friedrichstrasse dava segni di star diventando un strada di negozi di lusso.

Il Checkpoint Charlie, però, conservava qualcosa di inquietante. Il grande muro cieco con la pubblicità di Neue Zeit era ancora in piedi, lo spazio della linea di confine ancora vuoto, ed intorno vari palazzi sembravano essere rimasti a cinquanta anni prima – vuoti e senza finestre, i muri anneriti e crivellati di proiettili.

Quel luogo non era stato ancora riportato alla normalità: il suo passato, la sua tragica simbologia trasudavano ancora guardandosi intorno. Certo, gli anni successivi avrebbero portato una ulteriore normalizzazione, ed oggi il Checkpoint Charlie assomiglia più ad un ricordo un po’ sbiadito e totalmente inoffensivo.

Ma per le persone della mia generazione, quel luogo è una ferita mai chiusa.

Sarà per questo che faccio un salto sulla sedia nel vedere queste immagini, questo servizio di moda un po’ feticista, spregiudicatamente realizzato proprio al Checkpoint.

Ma è davvero ammesso ridurre ogni luogo ad un palcoscenico a proprio piacimento?

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